Dopo la morte di due persone in Brasile, nello Stato di Bahia a causa della febbre Oropouche, (i primi due casi al mondo), le autorità sanitarie di diversi Paesi sono in allerta per il virus. Negli ultimi 10 anni si sono verificati focolai di malattia principalmente nella regione amazzonica. Il virus è endemico soprattutto in Sud America, sia nelle comunità rurali che urbane. Periodicamente vengono segnalati casi in Brasile, Bolivia, Colombia, Ecuador, Guyana francese, Panama, Perù e Trinidad e Tobago. Recentemente sono stati registrati focolai di Oropouche anche nell'isola di Cuba. In Italia, in Veneto, il primo caso europeo di febbre. Ecco come si trasmette e le conseguenze sull'uomo.
L'origine del nome La febbre Oropouche trae il nome dalla zona in cui fu scoperta, a Trinidad e Tobago, per la prima volta nel 1955, nei pressi del fiume Oropouche.
Infezione trasmessa da moscerini e zanzare Il virus Oropuche si trasmette all'uomo principalmente attraverso la puntura di un moscerino o della zanzara Culex.
I sintomi I sintomi della malattia comprendono la comparsa improvvisa di febbre, cefalea, rigidità articolare, dolori e, in alcuni casi, fotofobia, nausea e vomito persistente che possono durare da cinque a sette giorni. Sebbene la presentazione clinica grave sia rara, può evolvere in meningite asettica. La guarigione completa può richiedere diverse settimane.
L'aumento di casi in Brasile In Brasile nel 2023 sono stati confermati 832 casi del virus, mentre nel 2024 sono stati segnalati 7.236 episodi. La febbre Oropouche è stata registrata in 16 Stati, inizialmente soprattutto al Nord, fino ai due recenti decessi.
In Italia allertata la rete regionale di malattie infettive Dopo la notifica dei primi casi in Italia del virus Oropouche e l'allerta epidemiologica lanciata dall'Organizzazione Panamericana della Salute (PAHO) sull'identificazione di possibili casi di infezione fetale, Emanuele Nicastri - direttore UOC Malattie Infettive ad Alta Intensità di Cura dello Spallanzani di Roma - ha trasmesso una nota alla Rete regionale di malattie infettive per richiamare l'attenzione sulla malattia. "In caso di pazienti di ritorno dalle aree endemiche con sintomatologia febbrile acuta si suggerisce di considerare in diagnosi differenziale, oltre alla malaria e alle arbovirosi più comuni sostenute da virus Dengue, Chikungunya e Zika, anche la infezione da virus Oropuche, con particolare attenzione - si legge nella note - alle donne in gravidanza".