Per l'incidente costato la vita a una donna marocchina di 41 anni, Ghizlane Moutahir, precipitata al termine della traversata con l'aerofune in Valtellina, la Procura di Sondrio, diretta da Piero Basilone, ha notificato i primi avvisi di garanzia ad alcuni dipendenti della Fly Emotion di Bema. L'ipotesi di reato è omicidio colposo e l'avviso di garanzia è un atto dovuto. L'impianto, ora sotto sequestro, attualmente occupa una quindicina di addetti, alcuni dei quali erano in servizio domenica, quando la turista ha perso la vita sotto lo sguardo delle giovani nipoti che hanno filmato la tragedia con uno smartphone.
Chi è stato iscritto nel registro degli indagati "Nel registro degli indagati - si legge su Il Corriere della Sera - sarebbero state iscritte le persone che hanno assistito la donna durante la vestizione, preceduta da un briefing di un quarto d’ora prima del salto nel vuoto, oltre ai dipendenti presenti che hanno avuto a che fare con l’esperienza della 41enne, agganciata con speciali cinghie a un carrello, che scorre lungo una fune d’acciaio, ai responsabili della sicurezza e dell’attività".
Acquisito il video dello schianto La donna stava volando agganciata alla fune sulla valle del Bitto, tra Albaredo e Bema. Una volta raggiunta la massima velocità, circa 120 chilometri l'ora, quasi a fine percorso, si sarebbe sfilata dalla zipline, andando a schiantarsi da un'altezza di oltre trenta metri. Il video che mostra quanto accaduto, effettuato dalla nipote 24enne della vittima, è stato acquisito dagli investigatori.
Venerdì sarà effettuata l'autopsia I magistrati, in questi ultimi giorni, hanno avvisato tutte le persone che potrebbero avere interesse a partecipare con un perito di parte all'autopsia (i familiari della vittima e i possibili diversi indagati) in programma venerdì, a cura del patologo Luca Tajana dell'Istituto di medicina legale dell'Università di Pavia. "Gli esperti - scrive ancora Il Corriere della Sera - dovranno esaminare anche l'imbrago, rimasto appeso sulla fune dopo che la donna è precipitata nel vuoto".
Gli investigatori continuano ad ascoltare i testimoni Intanto, nello stretto riserbo, i militari del Sagf-Soccorso Alpino della Guardia di finanza di Sondrio, delegati dal pm Stefano Latorre a condurre le indagini, continuano ad ascoltare i testimoni presenti quel tragico giorno all'incidente a Bema e anche a verificare se, in passato, ci siano stati precedenti simili, anche se di minore gravità. Si tratta, infatti, di raccogliere elementi utili.