Secondo alcuni studi condotti dall'Ospedale Bambino Gesù su pazienti vulnerabili, tre soggetti immunodepressi su dieci non rispondono al vaccino anti-Covid, mentre sette su dieci sviluppano anticorpi, ma in quantità inferiore rispetto alle persone sane e soprattutto a partire dalla seconda dose.
Il campione della ricerca è stato diviso in tre diverse categorie di soggetti vulnerabili: pazienti affetti da immunodeficienza primitiva, pazienti sottoposti a trapianto di cuore o polmone e un gruppo di pazienti a cui era stato trapiantato il fegato o un rene.
I risultati, dunque, indicano la necessità di accrescere il livello di protezione dei più fragili con una terza dose, confermando inoltre la sicurezza dei vaccini, dal momento che non è stata registrata nessuna reazione avversa rilevante.