Un dono chiamato "Donna" | Editoriale a cura di Marco Aliprandi

Oggi più di ieri il cuore soffre, perché nonostante l’introduzione del Codice Rosso la strage silenziosa continua: ogni giorno una notizia di violenza o di un femminicidio. Eppure più di duemila anni fa (al tempo della nascita del cristianesimo), un antico libro Ebraico, il Talmud, recitava queste parole uniche e profonde sulla donna:

“State molto attenti a non far piangere una donna:
poi Dio conta le sue lacrime! 
La donna è uscita dalla costola dell'uomo, 
non dai suoi piedi perché debba essere pestata, 
né dalla testa per essere superiore, 
ma dal fianco per essere uguale... 
un po' più in basso del braccio per essere protetta
e dal lato del cuore per essere amata”.

Sono parole che fanno riflette, parole che riempiono il cuore di gioia ma nello stesso tempo di lacrime. Sì, quelle lacrime che versiamo per chi non c’è più: donne, sorelle, amiche, conoscenti uccise da un essere inferiore, perché non si può definire uomo colui che maltratta e uccide una donna.

Dico alle donne che vivono queste situazioni e si vergognano di denunciare: “Non abbiate paura. Denunciate! Perché voi siete e sarete sempre un dono meraviglioso della vita e nessuno può usarvi come oggetti. Il vero sbaglio non siete voi, ma colui che vi maltratta”.

- Marco Aliprandi