Dopo una assenza che va avanti da mesi dalle piattaforme Facebook e Twitter, l'ex presidente Usa, Donald Trump, ha indetto una class action contro i ceo dei social, Marck Zucherberg e Jack Dorsey, e contro Google.
L'accusa dei legali di Trump è quella di "violazione dei principi fondamentali del primo emendamento americano sulla libertà d'espressione".
Secondo le tre Big Tech, l'attacco dei sostenitori di Trump alla sede del Congresso è stata la conseguenza diretta delle parole del presidente proprio sui social. Per evitare ulteriori incitamenti alla violenza, dunque, Twitter ha censurato il profilo @realDonaldTrump a tempo indeterminato, mentre Facebook prevede il blocco per i prossimi due anni.
Il coinvolgimento nella causa legale di Google, invece, deriva dal motivo che, secondo Trump, cercando "Trump News" sul motore di ricerca uscirebbero solo notizie provenienti dai cosiddetti fake news media.
L'azione legale di Trump è sostenuta da 'America First Policy Institute', un'organizzazione no profit che continua a portare avanti le politiche dell'ex presidente statunitense.