La procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio per un medico e un infermiere di una clinica privata per la morte di Carla, una donna di 71 anni. La causa era stata attribuita a una trasfusione di sangue che, oltre a essere del tutto inutile, era sbagliata: la sacca era destinata a un altro degente. Secondo la ricostruzione dei pm quella sera sarebbero state ignorate le linee guida ministeriali sulla "prevenzione della reazione trasfusionale" e le raccomandazioni previste dai protocolli interni, diffusi nel dicembre del 2022, sulla "gestione sangue e derivati".
"Io non sono madre, ma se avessi un figlio gli insegnerei cos'è la verità". Questo disse l'anestesista ai colleghi che la supplicavano di nascondere il grave errore costato la vita alla paziente.Il gravissimo episodio è avvenuto in una delle cliniche private più conosciute e apprezzate di Torino, un "ospedale di alta specialità". L'anestesista fu tra coloro che se ne erano rese conto. Venne convocata una riunione e le fu chiesto se era disposta a cancellare la circostanza dalla cartella clinica. Qualcuno disse di essere preoccupato, che temeva di perdere il lavoro, che aveva dei figli. Ma l'anestesista fu irremovibile.
La flebo al braccio della signora Carla fu applicata poco dopo le 21 del 9 marzo 2023. Senza una ragione. E con una sacca che non doveva nemmeno essere destinata a lei. Tanto è che vero che in una delle stanze vicine c'era un altro paziente in attesa. Alle 22 i familiari della donna furono avvertiti che le sue condizioni erano disperate. L'anestesista tentò di rianimare Carla per cinquanta minuti. Inutilmente. Poi, la riunione in cui si azzardò l'ipotesi di taroccare la cartella clinica. Bastava omettere che c'era una trasfusione in corso. E' stato il servizio di Medicina legale a segnalare il caso alla procura. Anche la clinica avvio' degli accertamenti interni.