Super League, è scontro anche con l'Europa politica
20/04/2021

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Super League, è scontro anche con l'Europa politica

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Il progetto della Super League di dar vita ad una nuovo torneo di calcio, al quale al momento hanno aderito 12 squadre europee in qualità di Club Fondatori, non è ben visto neppure dal mondo della politica.

In merito alla questione il premier Mario Draghi ha dichiarato che il governo "sostiene con determinazione le posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport".

Anche il sottosegretario allo Sport, Valentina Vezzali, si dice preoccupata per le conseguenze che questo progetto potrebbe portare nell'universo sportivo. Il calcio, infatti, è una manifestazione sportiva che riesce ad aggregare probabilmente il maggior numero di tifosi provenienti da ogni parte del mondo, ma per i loro sogni e non  per l'industria economica che c'è dietro.

Dunque anche la politica sembra schierarsi dalla parte di Uefa e Fifa. Oltre al capo del governo italiano, infatti, si dicono profondamente contrari alla Super League anche il primo ministro britannico Boris Johnson, cultore della tradizione del suo Paese dove il calcio ha radici secolari, e il presidente francese Macron, che ha definito questa operazione come una "minaccia al principio del merito sportivo". 

La stessa Commissione europea si è dichiarata sdegnata nei confronti di una proposta che va contro un modello di sport europeo basato su valori come la diversità e l'inclusione, e non un club esclusivo riservato ai ricchi e potenti.
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