È stato ritrovato, a Carmona, in Spagna, ancora liquido dopo più di 2.000 anni, il vino più antico del mondo. Era all'interno di un'urna funeraria, insieme a un anello d'oro e ai resti cremati di un antico romano sepolto nella necropoli della città con altri cinque familiari, di cui due donne e tre uomini. Lo studio dei reperti è pubblicato su "Journal of Archaeological Science: Reports" dai ricercatori dell'Università di Cordova. "All'inizio siamo rimasti molto sorpresi che in una delle urne funerarie fosse conservato del liquido", spiega Juan Manuel Román, archeologo della città di Carmona.
Per accertare che quel liquido rossastro fosse realmente vino, e non il risultato di sversamenti o processi di condensazione, i ricercatori hanno condotto una serie di analisi chimiche per determinarne il pH, la presenza di materia organica, sali minerali e sostanze derivate dai resti del deceduto o dalla stessa urna di vetro. I risultati dimostrano che il liquido è vino, contenente sette particolari polifenoli che sono presenti anche in vini moderni dell'Andalusia.
Il vino più antico del mondo L'assenza di un polifenolo chiamato acido siringico lascia supporre che si trattasse di un vino bianco, che col passare del tempo ha poi assunto una colorazione rossastra. Resta difficile stabilire la sua origine geografica, anche se al suo interno sono stati identificati dei sali minerali presenti anche nei vini bianchi attualmente prodotti nei territori che un tempo appartenevano all'antica provincia romana denominata Betica. Il vino dell'urna risale al primo secolo dopo Cristo, dunque è a tutti gli effetti il vino più antico al mondo: conquista così il primato detenuto finora dalla bottiglia di vino di Spira, in Germania, scoperta nel 1867 e risalente al quarto secolo dopo Cristo.