Il giorno dopo la conferenza stampa del premier Draghi e del ministro della Salute, Roberto Speranza, Matteo Salvini torna a chiedere "correzioni" al governo, ma lo fa con toni differenti. Ieri, infatti, il segretario della Lega, proprio mentre iniziava la conferenza di Draghi, aveva detto che era "impensabile tenere chiusa l’Italia anche per tutto il mese di aprile". In diretta era arrivata la replica del premier: "Sono i dati del contagio a stabilire quando e se riaprire". E il governo ha chiaramente detto che, al momento, il "tesoretto" che si è creato con la reintroduzione delle zone rosse nelle ultime settimane verrà utilizzato per riaprire le scuole fino alla prima media. Porte chiuse, insomma, ai desiderata di Salvini, che è stato duramente attaccato dall'ex ministro dem, Francesco Boccia.
"Le riaperture o le eventuali nuove restrizioni saranno decise, come accaduto fin dal primo giorno di pandemia, in base ai dati dei contagi, non in base agli umori di Salvini" ha detto Boccia. "La salute degli italiani è una cosa troppo seria per essere gestita dall'istinto di qualche pifferaio magico sempre pronto a raccattare qualche voto o qualche applauso - ha aggiunto Boccia -. La vita presenta sempre i suoi conti e se non si sta attenti sono conti amari. Se avessimo dovuto seguire le innumerevoli giravolte di Salvini avremmo avuto una catastrofe e una strage ancor più grave di quella che abbiamo vissuto nonostante la prudenza" ha concluso l'ex ministro del Pd.
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