Il ministro della Famiglia Eugenia Roccella è stata fortemente contestata durante gli Stati Generali della Natalità organizzati a Roma. Durante il suo intervento, un gruppo di studenti in platea ha rumoreggiato ed esposto dei cartelli che formavano la scritta: "Sul corpo mio decido io". Non appena la Roccella ha preso la parola, sono partiti fischi e urla che l'hanno spinta a rinunciare al suo discorso e ad abbandonare la riunione. Il ministro si è detta certa che i leader della sinistra "avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti". Giorgia Meloni: "Spettacolo ignobile. Gridano libertà e poi censurano una donna". Mattarella: "Far tacere è contro la civiltà e contro la Costituzione".
La contestazione al ministro Roccella: cosa è successo Dopo i primi boati dal pubblico il ministro ha preso il microfono e ha detto: "Ragazzi noi siamo d'accordo, ma nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne. Proprio nessuno". La contestazione è però proseguita. Una delle manifestanti ha parlato brevemente al microfono, ma poi è stata interrotta dall'organizzatore Gigi De Palo. Mentre dunque la contestazione proseguiva, proprio De Palo ha deciso di dare la parola ad altri ospiti, posticipando l'intervento della Roccella che però ha abbandonato prima il palco e poi l'Auditorium.
Roccella: contestazione non solo a Governo ma su natalità "Me ne sono andata per far proseguire quel panel del convegno. A Torino, dove la contestazione era rivolta solo a me, sono rimasta sul palco due ore". Lo ha detto il ministro per la Famiglia Eugenia Roccella prima di lasciare gli Stati Generale della Natalità. "L'ho fatto - ha aggiunto - per rispetto nei confronti degli altri pensando che in mia assenza i contestatori se ne sarebbero andati e così è successo e gli altri hanno potuto continuare. La contestazione non era solo nei confronti del governo, ma al tema della natalità, come dimostrano i fischi da cui è stata sommersa la mamma incinta di otto mesi che era sul palco con me".
Studenti trattenuti dalle forze dell'ordine Alcuni contestatori sono stati trattenuti dalle forze dell'ordine all'Auditorium Conciliazione, per un controllo dei documenti al quale però si sono opposti, chiedendo di poter andare via. La protesta è stata inscenata da alcuni studenti provenienti da diverse parti d'Italia con il movimento transfemminista Aracne.
Lo slogan: "Sul mio corpo decido io" I cartelli con singole lettere mostrati dagli studenti durante gli Stati Generali della Natalità componevano la scritta "sul mio corpo decido io". Il gruppo, composto da circa 50 studenti perlopiù delle scuole medie superiori, ha poi abbandonato l'Auditorium. Solo allora i lavori all'interno della sala sono ripresi. A controllare l'uscita dei giovani era presente un cordone di polizia.
Meloni: "A lei la mia piena solidarietà" Giorgia Meloni ha voluto esprimere la sua "piena e incondizionata solidarietà a Roccella. Lo spettacolo andato in scena è ignobile. Ancora una volta è stato impedito a un ministro di intervenire e di esprimere le sue idee. Responsabile un gruppo di contestatori che si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura e impediscono a una donna di parlare perché non ne condividono le idee. Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di esprimere solidarietà e di condannare, senza se e senza ma. È ora di dire basta".
Mattarella telefona a Roccella Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha telefonato a Eugenia Roccella per esprimerle solidarietà per quanto accaduto agli Stati generali della natalità, sottolineando che "voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà e con la nostra Costituzione".
Roccella: "Io censurata, certa della solidarietà della sinistra" Commentando a caldo l'episodio con un post su Facebook, Roccella si è detta "certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali - Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio -, la 'grande stampa' e la 'stampa militante' che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà". E ha definito "un atto di censura" quello che le ha "impedito di parlare agli Stati Generali organizzati dalla Fondazione per la Natalità, per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro. Sono certa che i podisti della libertà e della democrazia non si faranno sfuggire questa occasione per dimostrare che l'evocazione del fascismo che non c'è, alla quale abbiamo assistito in queste settimane, non era solo una sceneggiata politica pronta a svanire di fronte alle censure vere".
Bonelli: "Io non condanno, contestare è la base della democrazia" "Presidente Meloni, io non condanno. Contestare è alla base della democrazia". Così Angelo Bonelli interviene sulla contestazione al ministro della Famiglia Roccella. "Dopo che avete occupato ogni spazio pubblico dell'informazione con i suoi comizi a reti unificate, dopo che avete consentito l'ingresso delle organizzazioni integraliste religiose nei consultori per sabotare la Legge 194, io sto dalla parte delle studentesse che hanno esposto dei cartelli con scritto 'Sul nostro corpo decidiamo noi", aggiunge.
Conte: gli studenti facciano parlare prima di contestare "Impedire di parlare a qualcuno, ministro o non ministro, è sempre una cosa negativa.
Consiglierei agli studenti di lasciar parlare il ministro la prossima volta e di contestarla pacificamente, anche sonoramente, alla fine": lo ha detto il leader del M5s Giuseppe Conte.