L'obiettivo del 2% del Pil richiesto dalla Nato "risulta molto ambizioso e non del tutto compatibile sotto il profilo delle coperture con il quadro vigente della governance europea". Lo afferma il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, in audizione sulla Manovra alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, dopo le recenti dichiarazioni del segretario dell'Alleanza Mark Rutte in proposito. Il raggiungimento del 2%, chiarisce, è difficile "nonostante gli ingenti stanziamenti assegnati. Arriveremo all'1,57% nel 2025, all'1,58% nel 2026, all'1,61% nel 2027".
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Il Ddl Bilancio prevede "il potenziamento degli investimenti nel settore della difesa, per un valore complessivo di 35 miliardi di euro nel periodo 2025-2039. Misura che si aggiunge al finanziamento, per la prima volta permanente, delle missioni internazionali di pace", ha puntualizzato Giorgetti.
Rutte: "Dovremmo fissare un nuovo obiettivo oltre il 2% del Pil" "Stiamo lavorando a una soglia che vada ben oltre al 2% del Pil in spese per la difesa. Poi bisogna aprire certamente un dibattito, è un obiettivo generale", ha sottolineato Rutte. "O si lavora partendo dagli obiettivi di capacità per ciascuno degli alleati, con le percentuali da raggiungere diverse per Paese, ma la via è tracciata. È chiaro però che non ci si arriveremo solo con il 2%. Quando Trump era presidente, è stato lui nella Nato a stimolarci a superare il 2% e ora anche grazie a lui, nell'Alleanza, se si tolgono per un momento i numeri degli Stati Uniti, si è sopra il 2% e penso che sia merito suo. Un suo successo, e dobbiamo fare di più".
"Sogno un debito al 60% del Pil" "Dobbiamo liberarci del fardello del debito. Sogno un debito al 60% del Pil, come in Germania", ha dichiarato il ministro. "Così si libererebbero risorse per 45 miliardi di euro in termini di interessi da poter spendere per scuola, sanità, pensionati. Abbiamo un fardello e dobbiamo impegnarci a non farlo aumentare. Sarà importante che la Bce abbassi i tassi e che lo spread si riduca. Così potremo liberarci del fardello e avere più risorse per la spesa sociale e per abbassare le tasse sul ceto medio".