Si è tenuta ieri in Senato la votazione per l'approvazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. 224 i voti favorevoli, 16 i contrari e 21 gli astenuti, tra cui i senatori di Fdi.
Nel suo discorso il premier Draghi ha sottolineato l'importanza di un lavoro di coesione tra governo ed enti locali per l'attuazione del piano. Il cambiamento sarà possibile solo se ci saranno accordo e volontà di successo, ha detto.
Ha poi continuato affermando che uno degli obiettivi delle riforme è superare l'inerzia istituzionale che affligge il Paese da oltre trent'anni, e in questo è fondamentale il ruolo del Parlmento, così come la collaborazione tra potere legislativo ed esecutivo.
Buona parte del suo sermone è stata dedicata alle risorse da destinare al Mezzogiorno per il riequilibrio territoriale. Ha inoltre parlato degli importanti investimenti che verranno fatti nell'alta velocità, proprio al Sud. Pronta anche una relazione sul Ponte sullo Stretto, che verrà 'discussa' in Parlamento.
Il capo del governo ha però lanciato anche un monito: "Questa è una scommessa sulla capacità di spendere e spendere bene. […] Una sconfitta sarebbe grave perché i primi a pagarne il prezzo saremmo noi ma anche l'Europa, non ci sarebbe più la possibilità di convincere gli europei a fare una politica fiscale comune".
Un altro obiettivo fondamentale del governo è la semplificazione legislativa. Prima di avviare i progetti sarà necessario semplificare le norme in materia di appalti pubblici e concessioni.
Si è parlato anche di banda larga; verranno infatti stanziati 6,1 miliardi per le reti ultra-veloci, banda larga e 5g. Il fine ultimo sarà quello di una amministrazione ammodernata e connessa e di un Paese finalmente digitalizzato.