"Ho deciso di dimettermi da portavoce del ministro Lollobrigida". Ad annunciarlo è stato Paolo Signorelli in un colloquio pubblicato dal quotidiano "il Foglio" spiegando di non essere antisemita. Signorelli era finito al centro delle cronache dopo la pubblicazione su Repubblica di un dialogo con Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, capo ultrà della Lazio, estremista di destra e trafficante di droga ucciso a Roma il 7 agosto 2019. Dall'intercettazione, agli atti dell'inchiesta per l'omicidio, emergevano nostalgie neofasciste e frasi antisemite delle quali oggi Signorelli dice: "Era un'altra fase della mia vita, quello era un altro Paolo: sono notizie che parlano di un tempo lontano a cui non faccio riferimento e in cui non mi riconosco in nessun modo".
"Il passato non si rinnega, anche se si commettono errori. Ma da persona matura non sono più vicino ad ambienti che per tanti motivi ho frequentato", aggiunge, ringraziando il ministro dell'Agricoltura che ha accettato le sue dimissioni, dopo il primo annuncio della sua "autosospensione". "Lo ringrazio per la vicinanza alla mia famiglia e la conferma della stima nei miei confronti. Ringrazio Giorgia Meloni, Arianna e tutti coloro i quali ho avuto il piacere di lavorare", conclude Signorelli.