Open Arms, parti civili: "Ci sono condizioni per condanna, vogliamo un milione di euro da Salvini"
20/09/2024

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Open Arms, parti civili: "Ci sono condizioni per condanna, vogliamo un milione di euro da Salvini"

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Chiedendo alla Corte di riconoscere anche la responsabilità civile, oltre a quella penale, per Matteo Salvini imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio nel processo Open Arms e per il quale il pm ha sollecitato sei anni di carcere, gli avvocati di parte civile, nella udienza odierna, hanno richiesto una somma complessiva di oltre un milione di euro come risarcimento danni nei confronti dei propri assistiti, sia singoli naufraghi sia associazioni e organizzazioni non governative".

"Tutte le parti civili si sono riportate alle richieste che la Procura ha fatto in modo molto argomentato sia sulla ricostruzione dei fatti, sia sulle disposizioni giuridiche che sono state violate dell'imputato. Noi confidiamo sulla pronuncia del tribunale, riteniamo che ci siano tutte le condizioni per affermare la responsabilità penale dell'allora ministro dell'Interno", ha detto l'avvocato di Open Arms, Arturo Salerni, parlando con i cronisti.

"Sono emerse anche le vicende terribili di chi è stato ostaggio sulla nave per tanti giorni in condizioni disumane, persone che venivano da realtà infernali nei loro percorsi migratori soprattutto dai campi libici che sono luoghi di tortura - ha aggiunto il legale dell'Ong spagnola -. In Italia si sono ritrovati ad aspettare per quello che era un atto dovuto come prevedono le convenzioni internazionali e la legge italiana".

La replica di Salvini: "Parti civili chiedono 1 milione? Non sono ad 'Affari tuoi'" Immediata la replica di Salvini: "Adesso non pretendo una medaglia, ma che io meriti sei anni di carcere, che non si danno neanche a un pedofilo o a un rapinatore, e in aggiunta un risarcimento di un milione di euro. Non sono ad 'Affari tuoi' ad aprire i pacchi. Ho fatto il ministro, ho fatto il mio dovere e quindi conto che verrò assolto perché difendere i confini del mio paese non era un reato ma era un dovere. Un mio preciso dovere".

"Se sono convinto che tenere per parecchi giorni fermi sulla nave 147 persone fosse giusto? Assolutamente sì - ha replicato in un'intervista su Rai1 -. La mia coscienza di padre di famiglia mi ha imposto di salvare vite in mare e su terra, ma nessuna legge può imporre di spalancare i confini del mio paese a immigrati clandestini che arrivano su navi straniere. Quindi durante il mio anno di governo, ho sostanzialmente quasi azzerato gli sbarchi, ho dimezzato il numero di morti e dispersi nel Mar Mediterraneo, ho fatto quello che la legge mi permetteva e che avevo promesso di fare agli italiani".

Il processo ora riprenderà il 18 ottobre, sempre nell'aula bunker del carcere Pagliarelli, con l'arringa della difesa di Salvini, imputato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio per avere impedito cinque anni fa lo sbarco di 147 migranti e per il quale il pubblico ministero, nella sua requisitoria, ha chiesto sei anni di carcere. Alla richiesta dell'avvocato Giorgio Bisagna, il presidente della seconda sezione penale, Roberto Murgia, ha anticipato che dopo l'udienza del 18 ottobre se ne terrà un'altra per le repliche. Poi i giudici si riuniranno in camera di consiglio.
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