Omicidio Thomas, parla il padre del giovane testimone chiave: "Non mi assolvo"
26/06/2024

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Omicidio Thomas, parla il padre del giovane testimone chiave: "Non mi assolvo"

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L'omicidio del 16enne Thomas Luciani, accoltellato in un parco a Pescara, ha scosso l'opinione pubblica e le famiglie dei ragazzi coinvolti nella vicenda. Tra queste, quella del giovane, minorenne, che ha collaborato con le forze dell'ordine rendendo una testimonianza chiave che ha portato al fermo di altri due minorenni. È lui che ha permesso di individuare il corpo della vittima e ha fornito informazioni utili sulla dinamica del delitto anche se la sua posizione resta comunque al vaglio degli inquirenti. Il padre del giovane, un colonnello dei carabinieri, che ha convinto il figlio a parlare, è stato intervistato dal Corriere della Sera. "Non solo non mi assolvo come padre, ma dico che qui nessun adulto più farlo davvero".

"Lo controllavo ma la risposta era rassicurante" Sono parole sofferte quelle del colonnello, che dirige un reparto importante dell'Arma. "Vorrei che mio figlio vivesse migliorando la sua vita da ora in avanti. Vivrà una vita da consegnato, come diciamo noi. Desidero che tenga presente nel tempo cosa è accaduto, che abbia vivo il ricordo del ragazzo che ha visto morire e che ne sia all'altezza", ha dichiarato. E ancora, alla domanda su se e quanto controllasse il figlio, l'uomo ha risposto: "Certo. Gli chiedevo dove andasse e cosa facesse, chi erano i suoi amici e come impiegassero il tempo. La risposta era rassicurante e per certi versi ingannevole. Mi diceva 'Esco con il mio amico, figlio di un avvocato' oppure 'Mi vedo con quell'altro, figlio di un tuo collega'. Avrei dovuto indagare più a fondo? Avrei dovuto non accontentarmi?". Tormenti, dubbi, interrogativi a cui il carabiniere non trova una risposta adeguata. "Non ce l'ho e mi permetto di dubitare di chiunque ce l'abbia. Non è il momento di giudicare, è il momento di comprendere", ha chiosato.

Uno dei giovani testimoni: "Non abbiamo pensato a chiamare soccorsi" Intanto, continuano a emergere nuovi dettagli sui verbali delle dichiarazioni rese dai ragazzi coinvolti nella vicenda. Il testimone chiave, tra le altre cose, si è detto "sicuro" che Thomas "era morto", era stato colpito da "tante coltellate davanti a me. Ad esempio una coltellata all'addome, una coltellata alla gamba, dove ci sono le arterie". Un altro giovane molto vicino a uno dei due minorenni sottoposti a fermo, che domenica pomeriggio era nel parco Baden Powell durante l'uccisione di Thomas, ha ammesso: "Non abbiamo pensato a chiamare nessuno, né polizia né ambulanza". La testimonianza conferma come il gruppetto, nonostante fosse a conoscenza dell'accaduto, abbia lasciato il parco per andare "in tranquillità al mare", mentre il corpo del 16enne giaceva tra le sterpaglie. Nelle sue dichiarazioni, il giovane ha sottolineato che, dopo i fatti, quando il testimone chiave "è tornato indietro, ci ha detto che il ragazzo era morto". Al mare - ha detto ancora - i due minorenni sottoposti a fermo "hanno raccontato in sintesi quello che è successo. So che hanno dato delle coltellate". Il ragazzo ha sottolineato anche che uno dei due giovani fermati "aveva una pistola. Me l'ha fatta vedere dopo che era finito tutto. Ce l'aveva in tasca. Non so come ce l'avesse. Mi ha detto che era scarica, senza colpi". Un altro dei giovanissimi coinvolti, nella sua testimonianza, si è detto convinto che i due ragazzi fermati "si siano organizzati per questa cosa, per incontrare questo ragazzo".
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