Per l'omicidio di Sharon Verzeni ci sono due persone sospette riprese dalle telecamere di sorveglianza intorno all'una di notte di martedì 30 luglio, all'ora in cui la 33enne stava passeggiando poco lontano da casa, a Terno d'Isola (Bergamo). Sono due ombre scure che si muovono veloci nel buio, tra via Castegnate e piazza 7 Martiri. Su quelle sagome stanno lavorando i carabinieri che indagano sulla donna accoltellata nella notte. Gli inquirenti sospettano che forse il killer la stesse aspettando per ucciderla.
Due sagome scure In un omicidio ancora senza un perché quelle due ombre sono l'unico appiglio per gli inquirenti, secondo quanto scrive la "Repubblica". E infatti gli investigatori stanno esaminando anche i video degli impianti di sorveglianza dei dintorni: banche, ville, locali, per cercare eventuali riscontri. Dall'esame dei rifiuti si è trovato poco materiale: le lame e i cocci di bottiglia raccolti andranno ora in laboratorio per verificare se possano fornire elementi utili alle indagini.
Il compagno trasferito a Seriate Il compagno della donna, Sergio Ruocco, non indagato, si è trasferito da alcuni familiari a Seriate: nella casa in cui viveva con Sharon ora ci sono i sigilli e l'appartamento è stato sequestrato, come anche l'auto della 33enne. Sotto la lente il suo cellulare, come anche quello della vittima, che proprio con il suo telefono chiamò i soccorsi quella notte.
Le passeggiate notturne di Sharon Gli inquirenti si concentrano sulle frequentazioni della coppia, vogliono vederci chiare sulle ultime chiamate dei cellulari e sull'abitudine delle passeggiate notturne di Sharon, in cui di solito il fidanzato l'accompagnava. Perché quella sera non è andato? I familiari di Sharon assicurano che "Sergio è un ragazzo a posto" e spiegano che "l'uscita dopo cena era un'abitudine perché glielo aveva chiesto la dietologa per perdere qualche chilo". Gli inquirenti sospettano che di quel giro serale fosse a conoscenza anche il killer, che quindi forse la aspettava. Ma perché?
Soccorsa a 650 metri da casa La telecamera dei vicini riprende la donna mentre esce di casa poco dopo la mezzanotte, da sola. Chiama il 112 dieci minuti prima dell'una. E, quando viene soccorsa, ormai in fin di vita, Sharon è a 650 metri dalla sua casa. Un percorso che richiede nove minuti circa. Secondo i filmati delle telecamere fin qui esaminati, la donna ha fatto un giro più largo rispetto a una camminata diretta e questo spiegherebbe il tempo più lungo intercorso. Perché? Era un'abitudine fare un giro più lungo?
Nel luogo in cui è stata soccorsa a terra si vedono gocce di sangue, all'altezza di un piccolo parcheggio pubblico: è qui che Sharon si aggrappa alla ringhiera di una villetta per poi accasciarsi. Qui la vede una residente dopo averla sentita urlare. Qui si fermano due ragazzi di passaggio che chiamano i soccorsi. E' quasi certo che la rapina non fosse un movente: il portafoglio era rimasto a casa e il killer non le ha rubato il cellulare, con cui lei stessa ha chiamato il 112. Il mistero resta fitto.