I carabinieri di Napoli hanno arrestato tre persone per la rapina ai danni del giocatore brasiliano Neres, avvenuta il 1° settembre. Mentre rientrava in hotel dopo una partita allo stadio Maradona al calciatore venne portato via un orologio da oltre 100mila euro. Le tre persone sono ritenute gravemente indiziate del delitto di concorso in rapina pluriaggravata: i rapinatori avrebbero raggiunto il minivan sul quale viaggiava Neres e mentre lo stesso si trovava bloccato nel traffico hanno infranto il vetro del finestrino posteriore facendosi consegnare, sotto la minaccia di un'arma, il prezioso, per poi darsi alla fuga.
Secondo le indagini degli investigatori dell'Arma l'azione criminosa sarebbe stata premeditata. I tre arrestati sono Gianluca Cuomo, 30 anni, Giuseppe Vitale, 24 anni e Giuseppe Vecchione, 34 anni, tutti del rione Lauro di Fuorigrotta. Per gli investigatori sono stati determinanti i video registrati dai sistemi di videosorveglianza e anche le intercettazioni autorizzate nell'ambito di una diversa indagine anticamorra che riguarda il clan Iadonisi.
La rapina fu progettata già dalla firma del contratto Dalle indagini dei carabinieri che hanno portato ai tre arresti è emerso anche che il progetto di rapinare il calciatore nacque dalla firma del contratto con il Napoli: I tre individuarono il prezioso orologio acquistato dal brasiliano a giugno, proprio dalle immagini della firma del contratto del 21 agosto scorso. Sul web ci sono foto e video dell'evento che i tre visualizzarono per documentarsi. Parlarono del loro progetto di rapina anche a bordo di una Panda in uso a uno dei tre sulla quale i militari dell'arma avevano piazzato una cimice.
Le intercettazioni Agli atti c'è anche una intercettazione che fa presupporre l'eventualità che uno dei tre, precisamente Giuseppe Vecchione possa essere anche l'autore di un'altra rapina, messa a segno anni fa contro un altro giocatore del Napoli, il colombiano Camillo Zuniga: "perché come ho fatto con Zuniga - disse - io nella partita già sapevo quello che teneva".
I tre furono intercettati anche quando parlarono delle notizie di stampa che facevano riferimento a una possibile loro identificazione grazie anche una testimone oculare. Questi fatti risalgono al 3 settembre scorso: il padre di uno dei "rapina-rolex" arrestati venne a conoscenza della circostanza e si mise subito in contatto con un avvocato e poi con il figlio, chiaramente preoccupato dall'informazione acquisita dai media: "una signora vi ha visto... siete usciti sul giornale", gli disse.