Lunedì verrà effettuata la perizia sui macchinari dell'azienda tessile in cui lavorava Luana d'Orazio, la giovane di 22 anni travolta e uccisa da un orditoio lo scorso 3 maggio.
Le indagini dovranno chiarire perché la ragazza si trovasse da sola a manovrare il macchinario in questione. Un lavoro del genere, infatti, richiede anni di esperienza e lei aveva ricevuto una breve formazione di sole 4 ore. Luana lavorava in fabbrica da appena 2 anni e non aveva l'esperienza necessaria per quella mansione.
Inoltre non c'era la griglia di protezione del macchinario, dispositivo che non può essere facilmente rimosso da un operaio, e le fotocellule che intervengono quando un corpo si avvicina troppo al macchinario non erano attive. Secondo quanto spiegato dai tecnici è strano come l'orditoio potesse funzionare in assenza di questi componenti di salvaguardia.
Intanto restano iscritti al registro degli indagati la titolare della ditta e l'addetto alla manutenzione dei macchinari. Le ipotesi di reato sono di omicidio colposo e rimozione dolosa dei dispositivi di sicurezza antinfortunistici.