E' un appello accorato e sentito quello di Caterina Caselli contro il divieto alle donne di cantare e leggere in pubblico, imposto da una legge approvata pochi giorni fa in Afghanistan. "E' un orrore" dice l'imprenditrice discografica in un video condiviso sul suo profilo Instagram: "Dobbiamo essere unite e far sentire la nostra voce".
Il canto voce dell'anima Ennesimo attacco alla libertà, quella delle donne, la nuova legge annunciata dal ministero della Giustizia talebano, è per l'ex "casco d'oro" "di una violenza inaudita". Caterina Caselli non ci sta e la sua voce la eleva nel nome di tutte le donne afghane e "silenziate" dall’arroganza degli uomini: "Persino gli schiavi avevano la possibilità di cantare seppure con le catene ai piedi. Il canto è una forma di elevazione, permette anche di dimenticare la realtà".
Secondo i talebani la voce di una donna è considerata un aspetto intimo e deve rimanere privata, per questa ragione la nuova legge vieta alle donne di farla sentire, cantando o recitando poesie. "Il coro, il canto è la voce dell'anima", controbatte Caterina Caselli.
Prevenire il vizio
La legge è stata promulgata per "promuovere la virtù e prevenire il vizio" tra la popolazione, come spiega la dicitura della norma, "in conformità con la Sharia" e consiste in 35 articoli. Tra le altre cose obbliga le donne a "coprire completamente il corpo in presenza di uomini che non appartengono alla loro famiglia" oppure a uscire di casa solo per necessità. E ancora, la legge stabilisce che le donne in pubblico devono coprire il volto "per evitare tentazioni", cosa che comporta anche l'uso di una mascherina sulla bocca. Sono previsti divieti anche per i conducenti di veicoli: niente musica, niente droghe, trasporto di donne non vestite adeguatamente, donne in presenza di uomini che non sono membri della loro famiglia, o donne senza un mahram (accompagnatore, un membro maschio della loro famiglia).
Sono poi vietati l'adulterio, l'omosessualità, il gioco d'azzardo, i combattimenti tra animali, la creazione o la visione di immagini di esseri viventi su un computer o un telefono cellulare, l'assenza di barba o la barba troppo corta per gli uomini, i tagli di capelli "contrari alla Sharia". Lo stesso vale per un'eventuale "amicizia con un infedele". Per quanto riguarda i media, la legge stabilisce che non devono essere pubblicati "contenuti ostili alla Sharia e alla religione", o che "umiliano i musulmani" o immagini che "mostrano esseri viventi".
"Noi donne che siamo libere che abbiamo la fortuna di vivere in una società che difende questi valori", conclude la Caselli nel suo appello, "dobbiamo essere unite e far sentire la nostra voce" e aggiunge: "Quello che vogliono fare - è annientare la donna e che non abbia gli stessi diritti dell'uomo". A questo la cantante oppone il suo no deciso e invita tutti e tutte a fare lo stesso.