La Food and Drugs Administration ha deciso di sospendere, in via precauzionale, la somministrazione dei vaccini Johnson&Johnson, dopo i casi di malattie legate al coagulo del sangue che si sono verificati negli Stati Uniti.
A distanza di due settimane dall'inoculazione dell'unica dose di siero J&J, infatti, sei donne di età compresa tra i 18 e i 48 anni hanno sviluppato una malattia legata ai coaguli di sangue. Una di queste è persino deceduta, e un'altra è in gravi condizioni.
Di conseguenza, lo stop voluto dagli USA si è esteso anche a tutta l'Europa, e quindi all'Italia, nonostante a inizio settimana siano arrivate a Pratica di Mare 184mila dosi del vaccino americano.
L'Italia però, a differenza degli Stati Uniti e degli altri paesi, rischia moltissimo con l'eventuale perdita di questo siero. Ricordiamo, infatti, che il Johnson&Johnson prevede l'inoculazione di una sola dose e può essere conservato a temperature non particolarmente basse. Questo significherebbe dare un enorme slancio alla campagna vaccinale per il nostro Paese, in quanto le somministrazioni di questo farmaco avverrebbero facilmente grazie al supporto della rete delle farmacie.
7 milioni di dosi erano previste entro fine giugno in Italia. Restiamo ora in attesa della valutazione dell'Ema, che si esprimerà il prossimo 23 aprile.
Intanto sono arrivate nel nostro Paese 1,5 milioni di dosi Pfizer BioNTech, che nei prossimi giorni saranno distribuite alle Regioni.
Tuttavia, la media delle persone vaccinate in Italia nell'ultima settimana è di meno di 300 mila al giorno, una cifra ancora lontana dall'obiettivo delle 500mila dosi giornaliere prefissato da Figliuolo.