In quattro regioni italiane - Sardegna, Veneto, Toscana e Calabria - gli infermieri sono allo stremo. Lo dimostra il report dell'ultimo Congresso Nazionale Quadri Dirigenti dell'ottobre del 2023 secondo cui in Italia mancano fino a 220mila professionisti dell'assistenza.
"Fin qui appare chiaro che le istituzioni poco o nulla hanno saputo fare per arginare una voragine di professionisti," spiega Antonio De Palma, presidente del Nursing Up - Sindacato Infermieri. La richiesta degli operatori sanitari, prosegue, è quella di un cambio di rotta immediato, di una svolta. A pesare, la mancanza di infermieri, accentuata da quelle ferie estive che hanno reso inevitabile, per alcune direzioni sanitarie, tagli dei posti letto, accorpamenti di reparti e rimodulazioni delle attività.
Inevitabili e pressoché contemporanee, le reazioni del personale sanitario allo stremo. Dall'imminente sciopero del Brotzu di Cagliari, allo stato di protesta dei professionisti dell'Asl Toscana Sud Est per il depotenziamento dei servizi; dalle denunce degli infermieri del Veneto dove ammontano a 4mila gli infermieri mancanti all'appello, fino alla "guerra" dei buoni pasto dell'ospedale Annunziata di Cosenza, in Calabria, dove si sommano carenze di organico dei pronto soccorsi e dei reparti "nevralgici."
La richiesta al governo, ha dichiarato De Palma, è di 453 milioni di euro "da inserire come risorse aggiuntive nel contratto, o da aggiungere alle indennità di specificità infermieristica e delle altre professioni sanitarie." Le criticità sanitarie evidenziate nelle quattro regioni italiane non sono poche e, sottolinea Nursing Up, richiedono un urgente intervento da parte dello Stato. La previsione, ha concluso De Palma, è quella di un lungo autunno di proteste.