Si trova a 5mila chilometri sotto i nostri piedi. È solido, fatto di ferro e nichel, grande poco meno della Luna, pesante e bollente quasi quanto il Sole (oltre 5mila gradi di temperatura). Si tratta del cuore del pianeta Terra, che ruota a una velocità diversa degli altri strati dai quali è avvolto. La sua velocità di rotazione è cambiata diverse volte e ora è diminuita a tal punto da essere superata da quella della superficie terrestre. Questa la scoperta dei ricercatori dell’Accademia Cinese delle Scienze e dell’Università della California del Sud. Lo studio, pubblicato su Nature, dimostra il rallentamento del nucleo e spiega le sue possibili conseguenze.
Le cause L'ipotesi degli scienziati è che si tratti di un fenomeno ciclico. Il cuore della Terra è avvolto da uno strato fluido, il nucleo esterno, che gli permette di scivolare e ruotare a una velocità differente e variabile rispetto al resto del pianeta. Il rallentamento o l'accelerazione del nucleo interno sarebbero causati sia dal rimescolamento del fluido esterno che dalla forza di attrazione gravitazionale esercitata dalle aree più dense del mantello sovrastante. Secondo quanto osservato dai ricercatori, l’andamento del nucleo interno, dopo un'accelerazione iniziata negli anni '70 e conclusa nel 2009, avrebbe cominciato dunque a rallentare. Il fenomeno che stiamo registrando ora dovrebbe terminare intorno agli anni '40, quando il cuore tornerà a essere più veloce della superficie.
Le conseguenze "percettibili" Si tratta di variazioni lievi: qualche decimo di grado al giorno. Il fatto che ora la superficie terrestre abbia sorpassato il nucleo interno può far variare leggermente il campo magnetico e la velocità di rotazione della Terra nel suo complesso. Sta cambiando dunque anche la durata del giorno e della notte, ma è qualcosa di cui non ci accorgiamo nemmeno dato che si parla di qualche millesimo di secondo.
Il ruolo dei terremoti e delle bombe nucleari Come fanno gli scienziati a capire se davvero il nucleo interno sta rallentando? Il viaggio al centro della Terra e l’osservazione diretta ovviamente non sono possibili. Ecco che i geologi hanno imparato come sfruttare terremoti e persino i test nucleari. Dopo uno sciame sismico le onde si propagano attraverso tutti gli strati terrestri, fino al nucleo interno, rimbalzando più volte avanti e indietro. Quando incontrano il nucleo le onde sismiche subiscono rifrazioni e deviazioni che variano a seconda della situazione del nucleo. Studiandole è possibile raccogliere dati su ciò che accade nel cuore della Terra. In particolare, i ricercatori dello studio pubblicato su Nature hanno osservato l'eco di 121 sismi avvenuti tra il 1991 e il 2023 alle isole Sandwich Australi (vicino al Polo Sud), ma anche la propagazione delle onde causate dai test nucleari sovietici tra il 1971 e il 1974.