Il bradisismo dei Campi Flegrei: quali rischi per la popolazione?
23/10/2023

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Il bradisismo dei Campi Flegrei: quali rischi per la popolazione?

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Nella sua teoria sulla memoria, Marcel Proust sosteneva che ricordare è un processo involontario. Spesso infatti i ricordi affiorano alla mente senza che si faccia uno sforzo consapevole. Ma non sempre la nostra mente funziona così. O almeno non è poi così tanto inconsapevole la memoria della popolazione dei Campi Flegrei, che da mesi sta vivendo un fenomeno che non possiamo certamente definire ad essi sconosciuto: il bradisismo. Già dai primi anni ’80 il territorio dell’area flegrea è stato caratterizzato dai movimenti di sollevamento e dilatazione della superficie terrestre, che portano come naturale conseguenza gli sciami sismici. Chi ha ormai più di quarant’anni sa bene cosa significhi vivere in un territorio con questa particolarità. La terra che trema, oggi come allora, è uno sforzo tutt’altro che inconsapevole perché certi ricordi tornino alla mente. La sensazione di vuoto nello stomaco, la paura che qualcosa di terribile (come il terremoto dell’Irpinia del 1980) possa capitare da un momento all’altro, il terrore di perdere tutto in un attimo. I più giovani non avranno la stessa memoria storica e forse vivranno con meno consapevolezza e paura. Eppure noi ci siamo chiesti quali sono realmente i rischi che, allo stato attuale delle cose, corrono gli abitanti dei Campi Flegrei. O meglio, lo abbiamo chiesto alla dottoressa Silvana Pagliuca, ricercatrice del Cnr di Napoli e moglie del compianto professor Franco Ortolani, docente ordinario di geologia all’Università Federico II e Senatore della Repubblica. Una vita, quella del professore e di sua moglie, dedicata alla ricerca geologica e alle problematiche ambientali. Secondo i due ricercatori, quello dei Campi Flegrei è un territorio geologicamente instabile, con una elevata densità abitativa, che deve imparare a fare i conti con questo tipo di stato ambientale dinamico. Quello che però il prof. Ortolani in uno dei sui più importanti studi sottolineava, era la necessità di misure di prevenzione adeguate. “In quello studio si proponeva una normativa anti-bradisismo differente, per ovvi motivi, da quella antisismica vigente dal post terremoto del 1980”, spiega la dott.ssa Pagliuca. (La normativa anti-bradisismo proposta da Ortolani prevede il potenziamento delle strutture in modo da renderle sufficientemente elastiche per poter resistere non solo alle scosse sismiche ma anche alla dilatazione del terreno, come accade nei fenomeni bradisismici, ndr). “L’attuale fase bradisismica - prosegue la dott.ssa Pagliuca - è simile a quella precedente e infatti il fenomeno sta rientrando dopo l'ultima scossa forte”. A preoccupare però, non è soltanto la natura con il suo corso, ma anche l’intervento dell’uomo. Abbiamo infatti chiesto a Silvana Pagliuca il suo punto di vista, e naturalmente quello che era del prof. Ortolani, sulle trivellazioni del suolo per la ricerca dell'energia geotermica che negli anni precedenti hanno interessato il nostro territorio. “Le trivellazioni geotermiche sono state sempre ostacolate da Franco Ortolani, sia nei Campi Flegrei che sull'isola di Ischia. Questo perché la deflagrazione freato-magmatica indotta (eruzione esplosiva e violenta che si origina dall'interazione tra magma e acqua esterna, ndr) è concepibile solo in aree vulcaniche e sub-vulcaniche che non siano abitate”, spiega la dottoressa. Ciò che emerge da queste informazioni, e dagli studi degli ultimi quarant’anni, è senza dubbio che i Campi Flegrei sono l’unica zona abitata al mondo a sorgere su un territorio bradisismico, ma che ancora non esiste una normativa idonea a salvaguardia del suolo, da una parte, e a tutela degli abitanti dell’area flegrea da questi fenomeni, dall’altra. “Il rischio vulcanico c'è ed è amplificato dalla vulnerabilità del territorio densamente abitato, perché una possibile eruzione può esserci ma non si sa se di tipo effusivo o esplosivo. In quest’ultimo caso la popolazione non potrebbe avere vie di fuga né per cielo, né per mare, né per terra”, spiega la dottoressa Pagliuca, senza troppi giri di parole. Quindi la risposta alla nostra domanda è: Sì, la popolazione dei Campi Flegrei è a rischio! E se la terra trema e la normativa vigente fa acqua da tutte le parti, noi - che abbiamo avuto la gloriosa fortuna di nascere in questi luoghi - “speriamo che ce la caviamo…”. 

Di Irene Romano

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