Giovani e stress: colpa dei social network e dell’incertezza sul futuro
11/07/2024

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Giovani e stress: colpa dei social network e dell’incertezza sul futuro

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Giovani e stress, un binomio preoccupante che vale la pena di essere indagato. Proprio per questo, la nuova edizione dell’indagine realizzata da BVA Doxa e Serenis ha cercato di individuare le principali fonti di stress su un campione di oltre 800 intervistati, evidenziando un sentimento di angoscia diffuso nell’80% dei giovanissimi intervistati relativo all’incertezza economica e sul proprio futuro. Inoltre, anche i social hanno un ruolo fondamentale: ben un giovane su quattro si dichiara molto stressato dal loro utilizzo. Inaspettatamente, invece, la qualità del sonno rimane buona: ben il 75% degli intervistati dorme 6-8 ore a notte.

LA RICERCA BVA DOXA E SERENIS
è proprio l’incertezza sul proprio futuro, oltre all’instabilità economica e al percorso di studi a generare stress tra gli under 25. Questo è quanto è emerso dalla ricerca condotta da BVA Doxa, prima società di ricerche di mercato in Italia, e Serenis, piattaforma digitale per il benessere mentale e centro medico autorizzato. Come stanno le nuove generazioni rispetto alle fasce più mature della popolazione? Una maggior esposizione sui social, abbinata a un uso intenso degli stessi, può effettivamente impattare sulla salute mentale dell’utente? Con l’obiettivo di fornire una risposta aggiornata a questi interrogativi, la terza ricerca svolta a maggio 2024 ha coinvolto 801 rispondenti di età compresa tra i 18 e i 54 anni, uomini e donne, distribuiti su tutto il territorio nazionale.

I RISULTATI DELL'INDAGINE
quanto emerge dalla nuova indagine è una conferma rassicurante del trend già affiorato nel corso delle precedenti edizioni: il 93% del campione conosce la psicoterapia e circa una persona su 3 ha fatto almeno una volta nella vita una seduta. Inoltre, alla domanda “Se ne avessi bisogno in futuro, prenderesti in considerazione di fare una seduta con psicologa/o o con psicoterapeuta?”, un rispondente su 4 dichiara “Propensione totale”, in linea con le rilevazioni precedenti. Quanto al ruolo dei social network, ormai parte integrante della nostra routine, le risposte raccolte confermano Instagram, Facebook e YouTube come i social maggiormente utilizzati, con il 61% dei rispondenti che afferma di postare contenuti e interagire con altri utenti e il 17% dichiara di farlo abitualmente.

L'USO DEI SOCIAL NETWORK
l'analisi rivela che il 21% dei rispondenti utilizza “molto” tre o più social: sono i cosiddetti heavy user social e, rispetto alla popolazione intervistata, mostrano una maggior concentrazione di uomini (54%), under 25, prevalentemente localizzati al Sud. L’utilizzo intenso dei social network da parte di giovani e giovanissimi può a sua volta tradursi in un rischio di esposizione a forti fonte di stress: dall’indagine emerge che circa un giovane su quattro si dichiara stressato dall’uso dei social e, di questa percentuale, il 30% appartiene proprio alla categoria heavy user social.

PERCHÉ UN USO ECCESSIVO PUÒ RISULTARE STRESSANTE
secondo Martina Migliore, psicoterapeuta e Direttrice Formazione e Sviluppo di Serenis, l’indagine conferma che l’uso dei social network, in assenza di altre risorse per un confronto efficace e realistico in presenza, rischia di esporre le persone a un maggior numero di fonti di stress. Un fenomeno che si acutizza all’aumentare della frequenza e del numero di social usati, soprattutto se usato come fonte esclusiva di socializzazione. Infatti, "Se è pur vero che i giovani si servono delle piattaforme social per mantenersi aggiornati sui fatti di attualità e cronaca, è importante tenere a mente che spesso un accesso estremamente diretto a tali contenuti può provocare ansia e angoscia in coloro che non dispongono degli strumenti adeguati per gestirli e analizzarli, nel caso in cui siano manchevoli fonti di confronto reali". Ad esempio, i video sui conflitti attualmente in corso sono alla totale esposizione di qualsiasi utente con immagini crude dal forte impatto emotivo. Inoltre, sebbene sia risaputo che la stragrande maggioranza degli utenti attivi sui social tenda a mostrare esclusivamente l’aspetto più positivo, e talvolta artefatto, della propria vita, gli utenti più giovani possono non accorgersene e sentirsi inferiori o inadeguati rispetto ai loro coetanei. Prosegue Migliore: "Tali sensazioni tendono spesso a sfociare in ansia, per non aver (ancora) raggiunto un determinato obiettivo, o angoscia, per non sentirsi parte di qualcosa, senza considerare che, appunto, chi condivide un evento, sceglie di condividerlo facendo una selezione a monte”.

LE ALTRE FONTI DI STRESS
per quanto concerne le restanti fonti di stress, quelle che hanno un impatto diretto sulla routine quotidiana dei rispondenti riguardano l’incertezza del futuro e l’aspetto economico, indicate da circa il 60% del campione come principali cause di ansia. Osservando in maniera più approfondita i dati, l’indagine rivela che quasi l'80% degli under 25 considera “L’incertezza del futuro” come principale causa di stress, seguita da “Scuola/Università” (63%).

LA MANCANZA DI SONNO NON È UN PROBLEMA
si sa che dormire poco può essere una causa di stress, ma a quanto pare non è un problema così diffuso come si pensa. Nonostante infatti si tenda a credere che la maggior parte di noi abbia una routine del sonno insoddisfacente, in realtà i dati della ricerca dimostrano il contrario: 3 intervistati su 4 (75%) dichiarano di dormire in media 6-8 ore a notte, mentre in generale la qualità del sonno si rivela “Buona”. È abitudine diffusa guardare la TV prima di andare a dormire (64% del totale dei rispondenti), specialmente per gli uomini (67%) e per i più adulti (70% degli over 45). Un rispondente su 5 legge un libro prima di addormentarsi e questo target dichiara tendenzialmente una miglior qualità del riposo. Il 48% degli intervistati preferisce trascorrere un po’ di tempo sui social prima di andare a letto: approfondendo il dato, il 53% sono donne, mentre il 65% sono giovanissimi under 25. Sempre i più giovani dormono più ore a notte rispetto agli adulti: solo il 17% del totale dichiara di “dormire meno di 6 ore a notte” e la maggior parte di questi sono gli over 45.
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