Il suo ultimo album, "Appunti di un lungo viaggio", risale ormai a cinque anni fa, ma Gino Paoli, che compie 90 anni, di lasciare le scene non ne ha nessuna intenzione. Sempre attivo, il cantautore genovese taglia il traguardo un giorno dopo Ornella Vanoni, alla quale è stato anche legato sentimentalmente. E non a caso proprio la Vanoni è stata tra i primi a fargli gli auguri a modo suo. "Tantissimi auguri Gino! Tu come gatto sei pigro Ron Ron" ha detto. E mentre lei pubblica un nuovo album, lui si definisce "pigro amante del suo divano" anche se, racconta, "il rapporto con il pubblico è qualcosa che ti manca e a cui non puoi rinunciare. Paola (Penzo, sua moglie - ndr) me lo dice sempre che ne ho bisogno". E infatti Paoli annuncia: "Sto scrivendo nuove canzoni, ne ho cinque o sei che mi piacciono e ci sto lavorando".
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Nato il 23 settembre 1934 a Monfalcone, Gino Paoli ha attraversato decenni e generazioni segnando il suo percorso con capolavori immortali. Autore di canzoni indimenticabili, ne ha scritte oltre 200, da "Sapore di sale" a "Una lunga storia d'amore", "Il cielo in una stanza", "La gatta", "Che cosa c'è", "Senza Fine", e "Quattro amici", che nel 1991 lo riportò in cima alle classifiche alla soglia dei 60 anni, facendolo conoscere così anche al pubblico più giovane. Per quanto anche il Paoli maturo è sempre stato in linea con le nuove tendenze, basti pensare alla sua collaborazione con Zucchero all'epoca degli album "Rispetto" e "Blue's".
Gino Paoli esordì per l'etichetta discografica di Nanni Ricordi nel 1959. Il Cantagiro, Sanremo, i gatti, il mare, i grandi amici da Tenco, Lauzi e De André, primi padri come lui della scuola musicale genovese. Oggi vive rintanato con la moglie Paola e circondato dai suoi affetti. Un po' orso, a volte ruvido, ma schietto e autentico come pochi, Paoli sorride davanti al traguardo dei 90 anni, "un giorno come tutti gli altri, che festeggerò con i miei cari e con le persone che amo. E poi - sorride - arriveranno i 91, se sarò ancora vivo...". Una meta non da tutti, considerando il dettaglio di un proiettile incapsulato accanto al suo cuore dal 1963, quando si sparò per farla finita ma la pallottola si fermò nel pericardio anche se "non rompe più le scatole facendo suonare il metal detector, deve essersi arrugginita", ironizza nel libro autobiografico "Cosa farò da grande. I miei primi 90 anni". "Volevo presentarlo come 'un libro da non leggere' perché dentro ci sono proprio tutti i miei errori. Non ho mai voluto indossare maschere, ma sono quelli che mi hanno fatto crescere e rifarei tutto", racconta ancora. Elemento fondamentale della sua biografia sono state le donne, come Ornella Vanoni, Stefania Sandrelli e l'adorata moglie Paola Penzo.
Dal suo eremo, circondato dalle passioni di una vita, osserva il mondo con i suoi rapidi cambiamenti e conflitti. Se gli si chiede se veda cambiate le persone, i loro occhi, la sensibilità, Gino Paoli risponde con la consueta profondità da cui traspare l'anticonformismo di sempre: "Si, mi sembra tutto molto cambiato, come se il condizionamento abbia tolto la visione personale - afferma -. Al giorno d'oggi, si guardano cose che qualcuno ha già guardato, non si affronta più la realtà per come è, in modo personale, ma in qualche modo arriva già masticata e tradotta da qualcun altro, e questo non serve a niente".
Sul fronte della musica lo scenario evidentemente non entusiasma. "Adesso - risponde Paoli - non si producono cose che resteranno, secondo me, non saprei indicare qualcosa in particolare, ma cosa resterà di questa musica di oggi non lo so, non vedo un futuro, non lo so vedere", osserva. Negli ultimi anni ha cementato un sodalizio artistico importante con Danilo Rea, con cui, pianoforte e voce, l'intesa di Paoli sul palco è sempre stata straordinaria. Davanti ci sono nuove canzoni. Pigrizia permettendo.