Sempre più insistenti da Downing Street le voci che vorrebbero il neopremier Labour Starmer voler usare i marmi del Partenone come merce di scambio per riallacciare i rapporti con l'Ue. Così da prendere due piccioni con una fava: da una parte, risolvere l'annoso contenzioso con la Grecia trasferendo i preziosi e ingombrati reperti, risalenti a 2.500 anni fa e appartenenti all'Acropoli, dal British Museum di Londra ad Atene, dall'altra ripristinare le relazioni con Bruxelles irrimediabilmente interrotte con la Brexit.
Uno spiraglio sulla sorte dei marmi del Partenone Così, la Gran Bretagna, dopo il cambio di governo seguito alla vittoria dei Laburisti nelle elezioni del 4 luglio, ripropone un antico cavallo di battaglia del partito britannico di centro-sinistra e sarebbe pronta a valutare un accordo per risolvere il lungo contenzioso con la Grecia sui celebri marmi del Partenone esposti al British Museum, che Atene rivendica e che Londra considera invece acquistati "legalmente".
Il gruppo marmoreo della discordia, fatto di sculture greche di età classica in marmo, iscrizioni ed elementi architettonici che in origine facevano parte del Partenone e di altri edifici collocati sull'Acropoli di Atene, è protetto perfino da un legge del Regno ad hoc introdotta nel 1963 per vietarne la restituzione alla Grecia.
Ma, sui media britannici, si legge che il neopremier Keir Starmer, fra le possibili iniziative per migliorare i rapporti con l'Ue dopo la Brexit, ha preso in esame la soluzione del prestito a lungo termine delle sculture. In risposta, infatti, a un'interrogazione parlamentare scritta, il viceministro Chris Bryant ha elogiato la "partnership costruttiva" tra il presidente del museo londinese George Osborne, da tempo favorevole a un accordo con Atene, e il governo ellenico, precisando che il prestito di opere e reperti esposti resta di competenza della massima istituzione culturale del Regno.
L'annosa questione dei marmi del Partenone I marmi vennero portati a Londra da Lord Elgin - che li ottenne dai dominatori ottomani della Grecia - all'inizio del 1800, e per questo in Gran Bretagna sono noti come i "marmi di Elgin", mentre nel resto del mondo restano "i marmi del Partenone". Comprendono 15 metope, 56 bassorilievi di marmo e 12 statue (quasi l'intero frontone Ovest del tempio), oltre a una delle sei cariatidi del tempietto dell'Eretteo.
Si era parlato da parte ellenica di una restituzione anche nel corso del recente scandalo dei furti di preziosi reperti compiuti all'interno del museo londinese e il contenzioso aveva portato a novembre a uno scontro diplomatico tra l'allora premier conservatore Rishi Sunak e il suo omologo greco Kyriakos Mitsotakis. Sunak aveva annullato un faccia a faccia col primo ministro ellenico in visita a Londra, dopo che quest'ultimo in un'intervista alla Bbc aveva chiesto con toni ultimativi la restituzione dei marmi.