E' morto Steve Albini, musicista e produttore di "In Utero" dei Nirvana. Il guru della scena alternativa americana e chitarrista del gruppo noise-rock Shellac, aveva 61 anni ed è deceduto a causa di un infarto. Nella sua carriera Albini aveva prodotto diversi dei più importanti dischi della scena indipendente a stelle e strisce. A confermare la notizia è stato Taylor Hales, un ingegnere del suono dello studio di sua proprietà, gli Electrical Audio.
Gli Shellac Il primo nuovo album degli Shellac dopo quasi un decennio, "To All Trains", uscirà la prossima settimana, il 17 maggio. Al momento della sua morte, la band di Albini, si stava preparando per portare in tournée proprio questo nuovo lavoro discografico.
Protagonista della scena underground americana Noto al grande pubblico per aver prodotto il terzo album dei Nirvana, "In Utero" nel 1993, Albini è stato una vera icona della musica underground americana: l'uomo dietro alla registrazione di colossi musicali come "Surfer Rosa" dei Pixies, "Pod delle Breeders", "Rid of Me" di PJ Harvey, ma anche un suono, un approccio alla registrazione che ha lavorato con decine di band che hanno segnato la storia alternativa del rock più o meno estremo statunitense, dagli Slint, ai Jesus Lizard, passando per Superchunk e Neurosis.
La carriera Albini era nato in California nel 1962 da genitori torinese emigrati ed è cresciuto nel Montana: l'incontro con la scena punk di Chicago quando era studente alla Northwestern University, lo portò a formare la sua prima band, i Big Black, dove il suo abrasivo e discordante delle chitarre (che diventeranno il marchio di fabbrica di Albini) si affianca alla marzialità industrial di una drum machine, sposando noise e post-hardcore.
Terminata la fertile esperienza dei Big Black, Albini fondò i Rapemen, per poi dare vita, a inizio anni '90 agli Shellac, punto di arrivo della sua ricerca tra rumorismo e rock alternativo. La band, ancora attiva alla morte del suo leader, farà uscire la settimana prossima il suo nuovo lavoro "To All Trains", il primo negli ultimi dieci anni. Icona dell'underground e ispiratore di musicisti a livello globale, irriverente e critico verso l'industria musicale, Albini ha segnato la musica rock creando una vera e propria filosofia di registrazione e un stile unico, aggressivo, prepotente e dissonante che è diventato negli anni un vero e proprio marchio di fabbrica.
"Recorded by Steve Albini" Albini ha sempre respinto il termine "produttore", anche se probabilmente era proprio questo che faceva in molte registrazioni, e rifiutato di prendere royalties dagli album su cui ha lavorato, bonus finanziario comune per la maggior parte dei produttori. Insisteva però nel chiedere che in ogni suo lavoro comparisse il credito "Recorded by Steve Albini".