Taylor Swift è "molto bella" ma chissà se è "davvero liberal" o se la sua è "solo una messinscena". A mettere il dubbio la sincerità delle posizioni della superstar del pop è Donald Trump, che ha affidato il suo pensiero al nuovo libro in uscita "Apprentice in Wonderland: How Donald Trump and Mark Burnett Took America through the Looking Glass", del capo redattore di "Variety" Ramin Setoodeh. "Mi stupisce che una cantante country possa avere successo come liberal", ha messo in evidenza il tycoon.
Quando Setoodeh ha chiesto a Trump di Taylor Swift, inizialmente il suo commento è stato lusinghiero, per quanto focalizzato quasi esclusivamente sull'aspetto estetico. "Penso che sia bella, molto bella! La trovo molto bella. Penso che sia liberal. Probabilmente non le piace Trump. Ho sentito dire che ha molto talento. Penso che sia molto bella, in realtà - insolitamente bella!". Ma poi è arrivata la stoccata. "È liberal o è solo una recita? - ha detto -. È legittimamente liberale? Non è una recita? Mi sorprende che una star del country possa avere successo essendo liberale". Una definizione, quella di "star del country", che evidenzia come Trump sappia poco di Taylor Swift e di quello che rappresenta adesso.
Quello che è chiaro è che l'ex presidente, avvicinandosi l'appuntamento elettorale di novembre, non può sottovalutare il peso politico della popstar che con la popolarità raggiunta potrebbe spostare milioni di voti secondo molti analisti. I divi di Hollywood si stanno posizionando in queste settimane, e per Trump il timore è che lo stesso possa fare la Swift, visto che sicuramente sarebbe ovviamente in direzione opposta alla sua. La Swift è uscita allo scoperto politicamente per la prima volta nel 2018, appoggiando i candidati democratici per il Senato e la Camera. "In passato sono stata riluttante a esprimere pubblicamente le mie opinioni politiche, ma a causa di diversi eventi nella mia vita e nel mondo negli ultimi due anni, ora la penso in modo molto diverso - spiegò lei all'epoca in un post su Instagram -. Ho sempre espresso e sempre esprimerò il mio voto in base al candidato che proteggerà e lotterà per i diritti umani che credo tutti meritiamo in questo Paese".
Nel 2020 poi si spinse oltre appoggiando apertamente il candidato alla presidenza Joe Biden e la sua vice Kamala Harris. E lì aprì anche la sua personale battaglia contro Trump. "Dopo aver alimentato il fuoco della supremazia bianca e del razzismo per tutta la sua presidenza, ha il coraggio di fingere superiorità morale prima di minacciare la violenza? - scrisse in un tweet sull'onda delle polemiche per la morte di George Floyd -. Quando iniziano i saccheggi, iniziano le sparatorie? A novembre voteremo per cacciarti via". E nel 2020 la popolarità e il peso di Taylor Swift non erano paragonabili a quelli assunti oggi.