La Corea del Sud ha tenuto esercitazioni militari vicino al confine terrestre fortificato con la Corea del Nord. Si tratta delle prime di questo tipo da quando, all'inizio di giugno, Seul ha sospeso un accordo del 2018 con il Nord volto a ridurre le tensioni militari. Le esercitazioni sudcoreane potrebbero spingere Pyongyang a intraprendere azioni provocatorie nelle zone di confine.
La nota dell'esercito "Le esercitazioni di tiro, le prime ad essere condotte a terra dopo che le attività sono state normalizzate in seguito alla completa sospensione da parte del governo dell'accordo militare del 19 settembre 2018, si sono concentrate sul rafforzamento della prontezza dell'artiglieria e delle capacità di risposta in caso di provocazioni nemiche", ha riferito l'esercito di Seul in una nota, assicurando che "d'ora in poi le manovre di artiglieria e addestramento delle unità di manovra nelle aree di confine saranno condotte regolarmente".
Stop all'accordo del 2018 La mossa è arrivata quasi un mese dopo che la Corea del Sud ha deciso di sospendere l'accordo militare intercoreano del 2018 il 4 giugno, sulla scia delle campagne dei palloncini aerostatici carichi di spazzatura inviati al Sud dalla Corea del Nord e dei tentativi di Pyongyang di interrompere i segnali Gps vicino alle isole di confine. Dalla fine di maggio la Corea del Nord ha lanciato più di 2.000 palloncini carichi di letame, anche di natura umana, in risposta ai volantini anti-Pyongyang inviati al Nord dai disertori e dagli attiviste del Sud.
In precedenza, quanto era in vigore l'accordo, le esercitazioni di artiglieria e navali, nonché le manovre sul campo a livello di reggimento, erano vietate a causa delle zone cuscinetto terrestri e marittime istituite nell'area per congiurare incomprensioni tra le forze armate. La scorsa settimana, i Marines sudcoreani hanno ripreso un'esercitazione a fuoco vivo su vasta scala, coinvolgendo obici K9 e sistemi lanciarazzi multipli Chunmoo, per la prima volta in sette anni sulle isole vicino al confine marittimo intercoreano occidentale, nel mar Giallo, attentamente sorvegliato dai due Paesi.