L’Ufficio Studi di Confcommercio ha stimato una eventuale impennata dell’inflazione in questi mesi, evento che ridurrebbe notevolmente i consumi delle famiglie con il rischio di avere un impatto negativo anche sugli acquisti di Natale e rallentare la crescita nel prossimo anno.
In particolare, nell'ipotesi di un aumento medio dei prezzi del 3% si perderebbero circa 2,7 miliardi di euro di consumi, con un’inflazione al 4%, invece, la perdita dei consumi sarebbe di 5,3 miliardi.
Sempre secondo Confcommercio, oltre all’inflazione, sulla riduzione dei consumi pesa anche l'aumento delle spese obbligate per il rincaro dei prezzi dell'energia che si è già trasferito sulle bollette di luce e gas.
A tal proposito, il presidente Carlo Sangalli avverte: “Il problema è che la riduzione dei consumi comporta il rischio di rallentare la crescita del Paese”, e chiede quindi che vengano utilizzate presto e bene le risorse del Pnrr per iniziare a ridurre finalmente la pressione fiscale su famiglie e imprese, a partire dal costo del lavoro.