Mentre in tutta Europa soffiano venti di destra, il Regno Unito vira a sinistra. Dopo 14 anni di egemonia tory, sarà il leader laburista Keir Starmer a traghettare il Regno Unito verso un cambio di passo che i sondaggi davano per certo già da settimane. Una vittoria schiacciante, quella dei labour hanno conquistato 405 seggi. Un esito reso ancor più sorprendente dal fatto che appena cinque anni fa il Labour era uscito con le ossa rotte dalle elezioni, raccogliendo il peggior risultato dal 1935 a questa parte.
"Ce l'abbiamo fatta! Il cambiamento inizia ora. Il partito laburista è cambiato, è pronto a servire il nostro paese, pronto a riportare la Gran Bretagna al servizio dei lavoratori. Il mandato comporta grandi responsabilità. Dobbiamo riportare la politica al servizio del pubblico. Questa è la grande prova della politica in quest'epoca: la lotta per la fiducia è la battaglia che definisce la nostra epoca. Prima il Paese, poi il partito è un principio guida" ha detto il premier nel suo primo discorso.
Le sfide per il nuovo governo La nuova sfida che attende il neo-primo ministro è quella di gestire la lunga coda dei postumi lasciati dalla Brexit come le conseguenze sulle finanze pubbliche, sempre più ristrette e su una crescita economica che stenta a ingranare. Anche restaurare i rapporti, soprattutto commerciali, con l'Unione Europea sarà una priorità per il nuovo governo. Starmer si batté a lungo, in passato per un secondo referendum sull'uscita del Regno Unito dall'Ue ma ora sembra aver scelto la linea della prudenza, dichiarando che bisogna rispettare l’esito del referendum e che, pur cercando rapporti più stretti e più sereni con la Ue, non intende tornare a far parte dell’Unione doganale o del mercato unico.
C'è poi il tema della sicurezza. Il nuovo premier ha annunciato che affermerà nuovamente il suo impegno per un "triplo blocco deterrente nucleare"e ha ribadito la sua ambizione di aumentare la spesa per la difesa al 2,5 per cento del prodotto interno lordo (Pil) durante un discorso a Manchester, facendo così della difesa la sua priorità all'inizio della seconda settimana di campagna elettorale. Starmer ha dichiarato: "La sicurezza nazionale verrà sempre al primo posto nel nuovo Partito laburista che guido. Mantenere il nostro Paese al sicuro è il fondamento della stabilità che il popolo britannico giustamente si aspetta dal proprio governo".
Chi è Keir Starmer Chiamato così dai genitori in onore di Keir Hardie, fondatore del partito laburista inglese, Keir Starmer è nato a Southwark, nella periferia di Londra, il 2 settembre 1962. Cresciuto nella piccola città di Oxted, nel Surrey, ha studiato diritto all'Università di Leeds e al collegio Saint Edmund Hall dell'Università di Oxford. Avvocato specializzato nell’area dei diritti umani, dieci anni dopo è apparso nel documentario McLibel di Ken Loach, in quanto avvocato pro bono di due attivisti ambientalisti che avevano fatto causa a McDonald. Procuratore della Corona dal 2008 al 2013, l’anno successivo è stato insignito dalla regina Elisabetta II del titolo di baronetto, per il suo lavoro come pubblico ministero al Crown Prosecution Service.
Dopo la pesante sconfitta dei laburisti nelle elezioni generali del 2019 e le dimissioni di Corbyn, il 4 gennaio 2020 Starmer ha annunciato la sua candidatura alla leadership del partito laburista e il 4 aprile 2020, battendo le rivali Rebecca Long-Bailey e Lisa Nandy, è stato eletto capo del partito con il 56,2% dei voti al primo turno. Tifoso dell’Arsenal, è ambientalista e vegetariano. Starmer è sposato con l’avvocata di fede ebraica Victoria Alexander e ha due figli.
Le proposte Poche settimane fa il leader laburista ha presentato i punti principali del suo programma, tra cui la creazione e la ridistribuzione di ricchezza, puntando a migliorare il tenore di vita dei lavoratori, l’aumento del 5% dell’aliquota sui redditi più alti, il potenziamento della sanità pubblica, l’abolizione delle leggi restrittive degli scioperi, l’abolizione della Camera dei Lords, l’abolizione dei cavilli fiscali che consentono una tassazione di favore per i fondi di private equity. In programma, anche la creazione di un nuovo Comando per le Frontiere e la Sicurezza, con un budget iniziale di 75 milioni di sterline e con poteri simili a quelli antiterrorismo per combattere il contrabbando. Infine, una politica estera a favore della Nato e di Israele