Le risposte alle domande su quali siano i motivi del suidicio di Leonardo, il 15enne che si è tolto la vita vicino a Senigallia con la pistola del padre, emergeranno solo dalle indagini che i carabinieri stanno svolgendo e che sono avvolte dall'inevitabile riserbo per un caso che riguarda minorenni. La querela della madre del ragazzo è nei confronti di tre coetanei studenti dell'istituto che il figlio frequentava e che lo avrebbero vessato e infastidito con insulti verbali. Di qui l'ombra del bullismo, che ha fatto decidere al ministro Valditara, dichiaratosi "sgomento" per quanto accaduto, di avviare le verifiche di sua competenza.
Il ministro: "Via il bullismo dalle scuole" "Al di là delle singole responsabilità, che saranno accertate nelle sedi opportune, non possiamo tollerare che il bullismo diventi un tratto di una certa gioventù - dice il ministro -. Dobbiamo eradicarlo dalla società, partendo dalla scuola e in collaborazione con le famiglie. E' importante ripristinare, proprio a partire dalla scuola, alcuni principi, quali il rispetto delle regole, il valore assoluto della persona umana, la responsabilità individuale. Perché la scuola deve essere sempre un luogo sereno di crescita per tutti i nostri ragazzi. Lavoreremo quindi per contrastare la violenza e la prepotenza, l'insulto e il dileggio".
Tribunale dei minori: "Ricercare l'origine dei traumi" In seguito alle vessazioni e agli insulti dei compagni, il ragazzo desiderava lasciare quella scuola, che frequentava da poco più di un mese dopo essersi trasferito dalla Corinaldesi-Padovano. Sul caso, il presidente del tribunale dei minori di Ancona, Sergio Cutrona, avverte: "Chi arriva a compiere gesti estremi ha altri traumi all'origine del disagio, che va ricercato anche in famiglia". Cutrona intende avviare una sua ricerca personale sui punti di ascolto, con psicologi nelle scuole, per verificare se ci siano e che cosa facciano.
Le indagini Le indagini intanto procedono senza escludere nulla: si ascoltano docenti, compagni e amici dello studente. Saranno analizzati tutti i dispositivi informatici come cellulare, playstation e pc portatile del giovane, messaggi e social network vengono passati al setaccio per trovare risposte.
Il 15enne aveva appena cambiato scuola Senigallia è sotto shock e i docenti della scuola del 15enne esprimono tutto il loro sconforto. "Non è giusto - dice un'insegnante della scuola frequentata dal ragazzo -. A 15 anni devi avere una via d'uscita, dobbiamo aiutarli a trovarla". Mentre Simone Ceresoni, dirigente scolastico del polo Corinaldesi-Padovano di Senigallia, frequentato fino a giugno dal ragazzo, parla di un ambiente in cui lo studente era ben inserito e aveva buoni rapporti con compagni e docenti. "Dopo essere stato promosso a giugno - dice -, ha cambiato scuola perché attratto dall'offerta formativa di un altro istituto più affine alle sue inclinazioni e progettualità personali".