Lo stazionamento di un drone, manovrato da uno sconosciuto, ha impedito il decollo dell'elicottero dei vigili del fuoco che stavano ultimando un intervento di recupero di un'escursionista sul Lago del Sorapis, nei pressi del rifugio Vandelli di Cortina D'Ampezzo (Belluno), sulle Dolomiti. La denuncia del Soccorso Alpino del Veneto è stata ripresa dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia. "Quello che è accaduto - ha scritto Zaia sui social - è estremamente grave e assolutamente inaccettabile. Condanno con forza l'irresponsabilità di chi ha manovrato il drone, mettendo a rischio la vita dell'escursionista ferita e intralciando il lavoro delle squadre di soccorso". L'elicottero Falco, infatti, era atterrato in piazzola al Vandelli, su richiesta del gestore del rifugio, che ha accompagnato equipe medica e tecnico vicino al lago del Sorapis, per una 51enne di Mantova con un sospetto trauma al piede. La donna è stata medicata e sorretta fino all'imbarco, ma al momento di decollare, sopra l'elicottero stazionava un drone. Non riuscendo a individuare il pilota tra la folla di visitatori del rifugio, si è dovuto attendere che il piccolo velivolo si allontanasse. Solo dopo è stato possibile ultimare le operazioni di soccorso.
Soccorso Alpino Veneto: "È capitato ancora" "È capitato ancora, - si legge sulla pagina Facebook del Soccorso Alpino e Speleologico Veneto - CNSAS in merito a quanto è avvenuto a Cortina. - Durante una missione di soccorso sul Lago del Sorapis, la presenza di un drone ha costretto l'equipaggio di un elicottero del Suem 118 ad attendere che si allontanasse, prima di poter decollare dalla piazzola del Rifugio Vandelli con a bordo una paziente, non riuscendo a individuare il pilota tra la folla".
"Nei giorni scorsi - si precisa, - avevamo già segnalato la pericolosa diffusione nei cieli estivi delle nostre montagne dei droni. Pericolosa per tutti i mezzi in volo quando non rispettosa delle norme vigenti". La denuncia, infatti, ancora presente sui social è datata 26 luglio.
"Ricordate che i droni possono creare situazioni di elevato rischio nei cieli, - l'allarme lanciato a fine luglio sempre dal Cnsas del Veneto. - Sempre più spesso ci arrivano segnalazioni della presenza di droni, più correttamente Uas, Unmanned aerial system, nei luoghi in cui si stanno svolgendo delle operazioni di soccorso. I droni stanno diventando un grande problema per i soccorsi aerei. Con la possibilità di acquistare liberamente qualsiasi tipo di velivolo, le persone sono spesso inconsapevoli dei problemi, anche gravi, che potrebbero causare in caso di collisione con un altro aeromobile o con un crash sopra un raggruppamento di persone".
Nello stesso post venivano allora ricordare "le regole da rispettare per poter far volare un drone". Ma il turista sul Lago del Sorapis ha dimostrato di non conoscerle o le ha deliberatamente ignorate. Ma, "con la vita degli equipaggi dell'elisoccorso del 118/Soccorso Alpino non si scherza, - incalza il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico - CNSAS nel suo appello dopo l'ultimo episodio. - Con la vita delle persone soccorse da questi stessi equipaggi ancora meno. Chiediamo maggiore responsabilità da parte di tutti, poiché la sicurezza deve essere e rimanere l’elemento per garantire ogni singola missione di soccorso. Aiutaci ad aiutarti".
Zaia: "Episodio grave e inaccettabile" Dopo aver condannato il gesto del manovratore del drone e dopo aver ringraziando "il nostro elisoccorso e il personale del Soccorso Alpino per la loro prontezza e professionalità, nonostante le difficoltà create da questo gesto irresponsabile: il loro impegno continuo è essenziale per la sicurezza di tutti coloro che frequentano le nostre montagne", il presidente veneto Zaia ha sottolineato l'importanza di un approccio responsabile alle Dolomiti.
"Ho voluto chiedere un approfondimento, - ha aggiunto Zaia nel suo post. - I dati del Soccorso Alpino Veneto ci dicono che quest'anno sono stati registrati il 3% di interventi in più rispetto al 2023 e il 12% in più di persone soccorse. Solamente dall'inizio di giugno, gli interventi del Soccorso Alpino sono stati 353. Non è accettabile però apprendere che di queste operazioni di soccorso il 21%, 95 persone soccorse, riguardava persone completamente illese ma bloccate in montagna per incapacità. Inoltre, 63 persone, il 14% del totale, sono state soccorse dall'inizio di giugno per la perdita d'orientamento. I soccorritori, per chi non lo sapesse, spesso rischiano la vita: facciamo in modo che le missioni almeno vengano effettuate per coloro che davvero hanno bisogno, non per chi pensa l'elicottero come un taxi".
"La montagna non è un parco divertimenti all'aperto - ha sottolineato Zaia - e deve essere affrontata con più rispetto e conoscenza." Il presidente del Veneto ha anche evidenziato la necessità di intervenire sulla normativa vigente per l'utilizzo dei droni a scopo ludico: "L'utilizzo di droni deve essere sempre ponderato e responsabile, soprattutto in zone di alta frequentazione turistica e dove sono in corso operazioni di soccorso", ha affermato, chiedendo "inoltre alle autorità competenti di valutare, se necessario, una revisione delle normative esistenti sull'utilizzo dei droni per scopi ludici, per evitare che simili episodi possano ripetersi".
"Come Regione Veneto, - ha concluso, - continueremo a fare tutto il possibile per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti che scelgono le nostre splendide Dolomiti per le loro escursioni. Devo ringraziare ancora una volta gli eroi silenziosi che garantiscono la sicurezza di tanti turisti e appassionati di outdoor che frequentano le montagne del Veneto: il nostro Soccorso Alpino, il SUEM 118, ma voglio ricordare anche l'impegno essenziale delle donne e degli uomini del SAGF, il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, la cui professionalità è proverbiale, oltre agli sforzi dei Vigili del Fuoco, presenze costanti".