In Afghanistan si sta consumando la più grande crisi umanitaria del mondo. Secondo i dati dell'Onu, più di 18 milioni di afghani non sono in grado di nutrirsi ogni giorno, numero che è destinato a salire a quasi 23 milioni entro la fine del 2021.
La necessità di cibo sta portando nel Paese a utilizzare donne e bambini come merce di scambio. Tra i casi peggiori che arrivano dalle cronache locali c'è la vendita di una bambina di 6 anni, ceduta per 3.350 dollari, e di un piccolo di 18 mesi, al “prezzo” di 2.800 dollari. In un altro rapporto, una bimba di 9 anni è stata comprata per circa 2.200 dollari convertiti in pecore, terra e contanti.
Secondo una ricerca dell’Unicef, anche i matrimoni precoci sono in aumento, nonostante la legge vieti di sposare minori al di sotto dei 15 anni.
Inoltre, da quando i talebani hanno ripreso il potere in Afghanistan, alle giovani ragazze non è più data la possibilità di accedere all'istruzione secondaria e di conseguenza non è permesso tornare a scuola.
Intanto, le organizzazioni umanitarie e le ong spingono per accelerare gli aiuti al popolo afghano, sottolineando l’importanza di intervenire per evitare che soprattutto le ragazze vengano sacrificate.